Relatore d’eccezione alla riunione tecnica del 27 gennaio u.s. l’arbitro Internazionale  Daniele Doveri della sezione di Roma 1, prossimo alle 160 gare in serie A, Premio Nazionale Giovanni Mauro per la stagione 2018-19, accolto con motivato entusiasmo dal  Presidente Sezionale Giuseppe Lattuada e ovviamente da tutti gli associati legnanesi presenti all’incontro.

L’importanza dell’ospite ha il potere di attirare la presenza anche un gruppo di giovani amici arbitri della vicina sezione di Busto Arsizio accompagnati dal Componente Nazionale Alberto Zaroli , che ha aperto la serata e presentando Daniele, suggerendo agli arbitri presenti di approfittare della presenza del  top-collega non per imitarne lo stile o il modo di operare ( ognuno ha la sua personalità ) ma per carpirne i “segreti “ del suo percorso arbitrale che lo hanno portato al massimo livello nazionale.

E Daniele parte rilevando quanto importante siano queste visite sezionali dei colleghi della fascia alta nazionale, che permettono di trasferire direttamente esperienze e stimoli agli arbitri più giovani, accorciando le distanze fra la base e chi ha raggiunto i vertici della carriera arbitrale. Poi inizia la proiezione di alcuni filmati riguardanti episodi di gare da lui dirette dalla LEGAPRO alla SERIE A che sono il pretesto e la guida che lega il filo del suo discorso sul cammino arbitrale, come alcune scelte di vita, leggi rinunce, per ottenere il massimo dalle proprie possibilità e il lavoro costante per migliorare le prestazioni partendo, con senso autocritico, dagli inevitabili errori in cui incorriamo nelle nostre prestazioni sui terreni di gioco.

Prosegue Daniele nel suo intervento evidenziando quanto sia importante nella crescita arbitrale la credibilità per acquisire personalità e autorevolezza, credibilità che si conquista a cominciare da come ci si presenta a dirigenti e calciatori a inizio gara (  l’aspetto estetico non è secondario) e prosegue poi nella prima parte dell’incontro dove il nostro modo di operare e la qualità degli interventi tecnici e disciplinari daranno l’impronta del nostro spessore arbitrale.

Daniele a chiusura della sua chiacchierata ci espone un suo pensiero che possiamo così riassumere: per fare l’arbitro di calcio ci vogliono passione, doti naturali e un po’ di fortuna, ma soprattutto per fare l’arbitro bisogna essere coraggiosi.

Alla fine tanti applausi per l’amico Daniele Doveri che si sottopone poi con pazienza e generosità alla lunga fila di foto con i giovani colleghi che non hanno voluto perdere l’occasione di avere un ricordo dell’incontro con l’illustre ospite.

Cesare Zoia

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